Le politiche del 2018 e l’uso della cartellonistica

Le politiche del 2018 e l’uso della cartellonistica

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Soffia forte il vento della campagna elettorale, tra nuovi partiti e vecchie conoscenze manca poco più di un mese alla chiamata alle urne e, come sempre accade, tornano alla ribalta le affissioni.

Se già duemila anni fa, come dimostrano gli scavi di Pompei, gli uomini politici si affidavano alla comunicazione esterna per veicolare i propri messaggi, non c’è da stupirsi che la cartellonistica continui ad essere protagonista in ogni campagna elettorale, anche nell’era di internet e dei social network.

Eppure nel 2013 sembrava che i cartelloni, almeno nella loro declinazione più importante, i 6×3, non fossero più un elemento chiave in una campagna elettorale.

Il 25,5% degli elettori, infatti, aveva scelto il neo nato Movimento 5, un “partito” non tradizionale la cui compagna elettorale non aveva previsto nemmeno un cartellone, ma che viceversa aveva fatto larghissimo uso dell’influenza del blog www.beppegrillo.it.
Il simbolo della forza di internet, anche nella comunicazione politica.

Ma nel 2013 anche un altro elemento ridimensionava l’importanza dei 6×3 in politica: per la prima volta dalla sua discesa in campo anche Silvio Berlusconi rinunciava al maxi formato. Proprio lui che dal 1993 aveva fatto dei manifesti la più importante, e spesso vincente, leva di marketing. Faccia sorridente in primo piano, simbolo in evidenza e claim preciso e permeante: era questa la ricetta vincente dell’entourage del Cavaliere, riproposta infatti nel ’96, nel 2001, nel 2006 e poi ancora nel 2008. Affissioni tanto forti che nel 2000 divennero oggetto di un libro satirico “www.cavalieremiconsenta…” che fu un grande successo editoriale.

Nel 2013 Berlusconi decise di rinunciare ai 6×3, perché come spiegò Antonio Palmieri, deputato e responsabile della comunicazione di Forza Italia, l’inverno sconsigliava la comunicazione esterna, e la volontà era quella di recuperare elettori scontenti attraverso argomentazioni valide, quindi dando maggiore peso a tv e internet.

Quest’anno invece Forza Italia ha cambiato strategia: tornano i 6×3. Non c’è la faccia di Berlusconi, sostituita da quella dei candidati dei singoli collegi; troneggia il nuovo simbolo di Forza Italia, in cui domina il nome di Silvio Berlusconi, e in evidenza ci sono le parole “onestà, competenza, saggezza”. È ancora Palmieri, in un post Facebook, a spiegare la scelta: “mettiamo in evidenza il logo che gli elettori troveranno sulla scheda elettorale, per aumentarne conoscenza e dunque la riconoscibilità”.

Forza Italia non è l’unico partito che ha deciso di affidarsi al maxiformato. Il primo partito a farne uso quest’anno è stato il neo-nato “Liberi e Uguali”. Sono chiare le motivazioni di questa scelta: il partito è appena nato ed è forte il bisogno di far conoscere il nuovo nome e il nuovo simbolo. Inoltre LeU può contare sul volto di Pietro Grasso, presidente del Senato in questa legislatura e volto abbastanza noto, da qui la decisione di sfruttarlo al massimo. Interessante è la scelta dei colori (verde e giallo), leggermente in controtendenza rispetto ai colori tipici della sinistra, mentre la posa di Grasso ricorda molto quella scelta da Hilary Clinton, così come il claim che ricalca, in maniera letterale, quello di Jeremy Corbyn.

Ma non solo questi, perché mentre il tempo scorre, continuano a essere affissi gigantografie di vari partiti, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini: insomma i 6×3 sono tornati!

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