INN: Jacopo Starace e la lotta tra luci e ombre del processo creativo

INN: Jacopo Starace e la lotta tra luci e ombre del processo creativo

Jacopo Starace | Comunicazione integrata | Agenzia ORA

È Sabato mattina.
Il peso della settimana sulle spalle mi rende ancora più curvo sul caffè che mi appresto a bere, una sigaretta e via fuori di casa per consumare un rito che mi rende felice come un bambino il giorno di Natale: tuffarmi in libreria.

Tra gli scaffali colorati dalle coste dei libri vengo rapito da un graphic novel: “INN – un libro di Jacopo Starace e l’incompiuto scrittore”.
Non conosco né autore né opera, eppure mi ritrovo fuori dalla libreria con il fumetto in mano e con la voglia di tornare a casa per immergermi in quello che, da una veloce letta, sarà il mio affetto stabile per il weekend.

INN mi divora, a ogni pagina mi diverto come nei libri game che leggevo da bambino.
È la storia di uomo che si ritrova senza sapere il perché in un mondo incomprensibile, dove incontra una piccola luce che diventa sua amica. Purtroppo la perde subito dopo e così viene catapultato in un viaggio caotico: al suo inseguimento tra un tumulto di problemi irrisolti, strani figuranti e l’eterna lotta contro le tenebre.

In questo suo primo graphic novel, realizzato per Progetto Stigma e Eris Edizioni, Jacopo Starace mostra tutti gli elementi della sua poetica: personale, decisa, semplice e ammaliante. Una narrazione lineare che si trasforma in una epica avventura rocambolesca, ricca di ambientazioni visionarie e personaggi capaci di creare un’empatia immediata con il lettore. Un mix di poesia, introspezione e combattimenti: una favola classica sulla guerra tra luce e ombra.

Le ore passano, chiudo l’ultima pagina, poggio il libro sul tavolo da pranzo e sospiro come se fossi stato io il protagonista, affannato come alla fine di un’impresa omerica.

Mi guardo sempre bene dal commentare a caldo qualcosa che ho appena letto, ma questa volta non resisto. Prendo il telefono, cerco l’autore e gli mando un DM su Instagram.

Complimenti, ho appena finito INN, ed è stato veramente un bel viaggio!

Jacopo mi risponde poco dopo, con la gentilezza tipica di due coetanei sconosciuti che entrano in relazione su un social network.

Le settimane passano eppure torno ripetutamente a sfogliare INN. C’è qualcosa di magnetico tra le sue illustrazioni in bianco e nero (anche tra le strisce completamente nere), qualcosa che rende questa battaglia epica una sfida quotidiana.

E se la lotta di cui parla Jacopo fosse la lotta non solo del bene contro il male, ma la lotta che quotidianamente in agenzia facciamo quando ci troviamo davanti un foglio bianco, un brief superficiale e il bisogno di inventare una campagna pubblicitaria per uno dei nostri clienti? E se la luce da seguire fosse un’idea e la battaglia, di cui parla INN, fosse la battaglia propria del processo creativo, fatta da tranelli, inganni e autenticità?

Inizio così a ripercorrerlo dal principio ed è assurdo quanto questo secondo livello di lettura funzioni in combinazioni con le vignette che tagliano le pagine. 

Una domanda mi assale come il branco di lupi che deve sconfiggere il protagonista: c’è un reale collegamento, o anche questa volta sto schiacciando la mia fantasia con la totalizzante pressione del lavoro creativo? 

Idea. Perché non chiederlo direttamente all’autore!

 

Jacopo, è una pura volata di testa o la lotta che racconti tra le tue pagine è la lotta che hai dovuto affrontare anche tu quando hai preso la matita e hai deciso di regalarci INN?

È interessante che tu abbia usato il termine “lotta”, perché è una parola che prevede sempre una resistenza. Ogni parte resiste all’altra finché non cede o viene sopraffatta e per INN è successa esattamente la stessa cosa. Posso considerare INN come la resistenza al mio essere un lettore e come la resistenza al mio essere autore. In entrambi i casi però è partito tutto naturalmente, come se queste parti si fossero incontrate, conosciute e solo in seguito, durante la stesura, si siano de-sintonizzate.

Come è stato il processo creativo che ha partorito INN? Quanto hai dovuto combattere con il buio fatto di stereotipi e di regole editoriali?

La grande fortuna di INN è stata quella di nascere con Progetto Stigma. Una realtà di pura sperimentazione che non ha tarpato nessuna piuma al progetto ma anzi, ne ha evidenziato le caratteristiche fuorvianti e distorte. Inn è nato come esperimento di ricerca e si concluso con la verifica. Le conclusioni mi hanno aperto alcune strade che prima mi erano precluse o che erano invisibili. È il grande valore di coloro che ti aiutano durante il tuo percorso di vita (un tema che mi sta a cuore), persone che illuminano la tua strada nei giorni di tenebra che in qualche modo abbracciano la tua idea e fanno il possibile per far sì che questa esploda. Nessuna lotta, in questo caso, nessun combattimento, nessun raggiro, solo persone incredibili, passionali che credono nella tua follia. È una cosa che fanno i bambini. Un’altra grande fortuna.

Se il protagonista è una trasposizione di te stesso nel libro, chi o che cosa è l’incompiuto scrittore che si incontra in medias res?

Il protagonista ha le mie fattezze ma non sono io. È solo un mio fantoccio.
Così era inteso nella mia testa. L’interpretazione altrui ha voluto identificarmi in lui ma rimane pur sempre un’interpretazione.
Nel momento in cui scrivevo il libro il mio punto di vista era quello dello scrittore, solo dopo finito il libro ho iniziato a immedesimarmi nel protagonista, ma sempre da lontano, da esterno. Continuavo a tifare per l’uno e poi per l’altro ma solo alla fine, sul libro stampato, ho trovato la mia personalissima risoluzione. 🙂

Quando ti sei reso conto che quella luce che chiami “schifezza” era un’idea brillante da salvare e preservare e quali nuovi luci hai nella testa? 

È una bellissima domanda, grazie.
Schifezza è l’errore che muove la storia. 
Come capita spesso, una buona idea è il frutto di più intuizioni, e la particolarità delle idee è che possono nascere anche da una sequela infinita di errori, sbagli e opere maldestre. Il libro è fatto proprio di questo, di errori scampati ed errori impressi, è inevitabile, e spesso il processo fondamentale per la creazione è prendere l’errore e dargli una vita. È un processo divino, quasi. È magico.

 

Se avete voglia di immergervi nella testa di un creativo non potete non leggere INN, al suo interno ci troverete luci ed ombre, lotta e pace, e tantissime dicotomie che non sto qui ad elencarvi, sono però sicuro che sarà – per tutti coloro che lo leggeranno – una incredibile e personale avventura. E cosa c’è di meglio, in questo periodo infernale, se non proprio un bel viaggio da vivere seduti comodamente sul proprio divano!?

*Grazie a Jacopo per avermi schiarito le idee, per avermi risposto e per essersi prestato a questa piccola e informale intervista, grazie per INN e per tutte le luci che deciderà di proteggere e appuntare su carta in futuro. 

1 Comment

  1. admin
    17/12/2020 Rispondi

Leave a Comment

Giovanni Bordieri

Open chat
Contattaci 💬
Tocca il pulsante qui sotto per aprire la chat sulla tua app