Elezioni Regionali 2024: quando si vota, come si vota e dove

Elezioni Regionali 2024: quando si vota, come si vota e dove

Elezioni Regionali 2024: quando si vota, come si vota e dove

Vi ricorderete come le elezioni regionali del 2019 si siano svolte in piena luna di miele del Governo Conte I, con la Lega al massimo storico nei consensi. L’ondata verde ha portato al cappotto del centrodestra: 5 elezioni regionali su 5 sono state vinte. Ma tra poco si tornerà al voto e la domanda che ci si pone è una: alle elezioni regionali 2024 il Governo a guida Meloni riuscirà a replicare i risultati del centrodestra nel 2019? Tra elezioni regionali ed elezioni europee sarà un banco di prova importante anche per gli equilibri politici interni alla maggioranza di Governo.

Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Piemonte e Umbria sono le 5 regioni che saranno teatro di elezioni regionali nel 2024. Oltre 7 milioni e mezzo di cittadini saranno chiamati alle urne con la possibilità di scegliere il Presidente della regione e i Consiglieri regionali.

Vuoi saperne di più? In questo articolo troverai la data del voto delle diverse elezioni regionali, i candidati possibili e la legge elettorale in vigore.

Elezioni regionali 2024: quando si vota?

La prima regione ad andare al voto sarà la Sardegna, dove si prevede che il voto si svolgerà a febbraio, seguita dell’Abruzzo, dove la data ufficiale è già fissata per il 10 marzo. Le elezioni in Basilicata sono previste per marzo, ma non è escluso un’accorpamento alle Europee di giugno. Per il Piemonte probabilmente l’election day sarà il 9 giugno 2024: amministrative ed europee si svolgeranno in concomitanza. Il mandato elettorale di Donatella Tesei in Umbria scade nell’autunno 2024, ma anche in questo caso esiste l’ipotesi di far coincidere la tornata elettorale regionale con le europee.

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Elezioni regionali Sardegna 2024

La situazione politica

La Sardegna vive un periodo di incertezza politica. L’attuale presidente, Christian Solinas, è stato indicato dal Partito d’Azione Sardo come candidato ufficiale, ma non è sicuro dell’appoggio del centrodestra unito. Un sondaggio recente dell’Istituto Piepoli rileva come la soddisfazione per il suo operato sia bassa: il 43% si dichiara per nulla soddisfatto, il 39% poco soddisfatto. Il dato non è migliore neanche tra gli elettori di centrodestra, dove la percentuale degli insoddisfatti si attesta al 65%.

L’ex Presidente della regione e fondatore di Tiscali Renato Soru ha già annunciato una nuova candidatura, ma la situazione nel centrosinistra è liquida: lo stesso sondaggio indica in pole position Alessandra Todde del M5s, annunciata come candidata ufficiale di M5S, Pd e altre forze autonomiste. Potrebbero dunque esserci nuovi sviluppi all’interno del campo largo del centrosinistra.

La competizione si profila intensa, con alleanze e candidature ancora in fase di definizione, mentre i partiti delineano strategie e cercano di consolidare il loro sostegno regionale.

La legge elettorale

La legge elettorale della Sardegna è disciplinata dalla Legge Regionale Statutaria 12 novembre 2013, n.1, che disegna il seguente sistema:

  • Il candidato a Presidente con la percentuale più alta di voti viene eletto. Se il candidato ottiene tra il 25% e il 40% dei voti, riceve un premio di maggioranza del 55% dei seggi. Qualora superi il 40%, il premio di maggioranza sale al 60%.
  • Nel caso in cui nessuno raggiungesse il 25% dei voti, non verrebbe assegnato alcun premio di maggioranza.
  • È consentito il voto disgiunto, permettendo agli elettori di scegliere un candidato Presidente e una lista non collegata.
  • La soglia di sbarramento è fissata al 10% per le coalizioni e al 5% per le liste non coalizzate.
  • La regione è divisa in otto circoscrizioni elettorali con un numero predeterminato di seggi assegnati a ciascuna: Cagliari (20 seggi), Sassari (12 seggi), Nuoro (6 seggi), Olbia-Tempio (6 seggi), Oristano (6 seggi), Carbonia-Iglesias (4 seggi), Medio Campidano (3 seggi) e Ogliastra (2 seggi), per un totale di 60 Consiglieri.
  • Un seggio in Consiglio regionale è riservato al secondo candidato Presidente più votato.

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Elezioni regionali Abruzzo 2024

La situazione politica

L’attuale Presidente (e primo Governatore proveniente da Fratelli d’Italia) Marco Marsilio cercherà la riconferma per un secondo mandato, con il sostegno compatto della coalizione di centrodestra​​​​​.

​Il centrosinistra vuole il campo largo: è in corso un tentativo di riunire diverse forze politiche sotto la coalizione di “Abruzzo Insieme”, che includerebbe PD, Sinistra Italiana, Movimento 5 Stelle, Azione, Italia Viva e altre liste civiche. Ancora non c’è nessuna ufficialità riguardo il candidato proposto, ma Luciano D’Amico, rettore dell’Università di Teramo, sembra essere il nome che metterebbe d’accordo tutte le forze del centrosinistra. Un altro nome che circola è Silvio Paolucci, ma la conferma dipenderà dagli accordi con gli alleati. Esiste un’incertezza riguardo il Terzo Polo, dove la ricerca di un’intesa tra moderati e Movimento 5 Stelle potrebbe presentare delle sfide, soprattutto per quanto riguarda Italia Viva​.

La legge elettorale

La legge elettorale regionale dell’Abruzzo è regolata dalla legge nazionale per le regioni a statuto ordinario (Legge Tatarella), e da una legge regionale specifica, la n. 9 del 2 aprile 2013. Questa legge ha introdotto cambiamenti significativi come l’abolizione del voto disgiunto e del listino, oltre a stabilire una soglia di sbarramento. Il sistema che si delinea è il seguente:

  • Il sistema elettorale per l’elezione dei membri del Consiglio regionale (30 consiglieri) è di tipo proporzionale.
  • Il candidato Presidente deve ottenere la maggioranza dei voti validi e deve essere collegato a una lista o a una coalizione.
  • Alla lista o coalizione del Presidente eletto viene assegnata un premio di maggioranza che varia tra il 60% e il 65% dei seggi.
  • Le liste concorrono in quattro circoscrizioni abruzzesi, corrispondenti alle quattro province. La circoscrizione di Chieti elegge otto Consiglieri, mentre quelle di Pescara, L’Aquila e Teramo ne eleggono sette ciascuna.
  • La soglia di sbarramento è fissata al 4% per le liste non coalizzate e al 2% per quelle in coalizione.
  • Doppia preferenza di genere: gli elettori possono votare su un’unica scheda per il candidato presidente e per una lista circoscrizionale, esprimendo due preferenze per i candidati consiglieri di genere diverso.
  • Non è consentito il voto disgiunto, quindi non si può scegliere un candidato presidente e una lista a lui non collegata.

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Elezioni regionali Basilicata 2024

La situazione politica

In Basilicata, le candidature sono ancora in fase di definizione. La competizione per la Presidenza vede potenzialmente Vito Bardi, attuale Presidente di centrodestra, incline a ricandidarsi, nonostante ci siano dubbi espressi da Fratelli d’Italia e Lega. Nel centrosinistra, il nodo primario da sciogliere è quello delle alleanze per definire il perimetro della coalizione. I candidati arriverebbero di conseguenza, e si valuta anche l’opzione delle primarie per la scelta. I nomi che circolano sono molti, alcuni appartenenti alla società civile come l’imprenditore Angelo Chiorazzo. Le manovre per la costruzione di un campo largo potrebbero portare in dote un nome a sorpresa: l’ex Presidente, Marcello Pittella.

La legge elettorale

La legge elettorale della Basilicata è stata riformata con una proposta di legge approvata dal Consiglio regionale il 11 agosto 2018. Gli elementi principali sono:

  • Confermato il sistema maggioritario per l’elezione diretta del Presidente della Regione e l’entrata in Consiglio del candidato presidente della coalizione che si classifica al secondo posto.
  • I restanti 19 seggi vengono assegnati con criterio proporzionale alle liste delle due circoscrizioni provinciali di Potenza e Matera.
  • Non è possibile il voto disgiunto: gli elettori possono votare esclusivamente per un candidato presidente e per una lista a lui collegata.
  • Abolizione del “listino regionale” per l’attribuzione del premio maggioritario.
  • I seggi sono attribuiti solo alle liste provinciali con un premio di maggioranza assegnato alla coalizione vincente basato sulla percentuale di voti ricevuti.
  • Nuove norme sulla parità di genere: rappresentanza massima del sessanta per cento per ciascun genere nelle liste e la possibilità di esprimere due preferenze, con la seconda riservata a un candidato di sesso diverso.

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Elezioni regionali Piemonte 2024

La situazione politica

In Piemonte il centrodestra sembra puntare forte sulla riconferma dell’attuale presidente Alberto Cirio. Nel centrosinistra le manovre sono diverse: un nome di peso come Chiara Gribaudo, deputata e vice presidente del PD, si è dichiarata disponibile a candidarsi alla presidenza del Piemonte, sconvolgendo le previsioni che indicavano Daniele Valle, attuale Vicepresidente del Consiglio regionale, come possibile candidato.

La legge elettorale

La legge elettorale piemontese è stata modificata nel 2023. Fino ad allora non era in vigore alcuna norma regionale in merito, facendo affidamento alle leggi quadro nazionali. Nello specifico, la legge prevede:

  • Il sistema elettorale prevede 40 seggi attribuiti con sistema proporzionale in liste circoscrizionali e 10 con sistema maggioritario basato su liste regionali abbinate al candidato Presidente.
  • Il premio di maggioranza garantisce alla coalizione vincente almeno il 55% dei seggi con diverse fasce percentuali di voti validi.
  • Le soglie di sbarramento sono fissate al 5% per le coalizioni e al 3% per le liste singole.
  • La rappresentanza di ciascun genere non può superare il 60% all’interno delle liste, e viene introdotta la preferenza di genere che consente all’elettore di esprimere fino a due preferenze, annullando la seconda in caso di preferenze per candidati dello stesso sesso.
  • Viene stabilita l’incompatibilità tra le funzioni di Assessore e quelle di Consigliere regionale.
  • Le liste Regionali sono composte da 10 candidati e da un numero variabile di candidati supplenti che subentrano in caso di esclusione di uno dei 10.
  • Viene riservato un seggio al candidato Presidente che si classifica secondo​.

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Elezioni regionali Umbria 2024

La situazione politica

L’Umbria si prepara alle urne con Donatella Tesei, attuale presidente, che cerca la rielezione con il sostegno del centrodestra. La situazione all’interno dell’opposizione di centrosinistra è in stallo, ma un’accelerazione nelle trattative potrebbe arrivare a breve. La wild card è rappresentata da Riccardo Corridore, esponente di Alternativa Popolare e vicesindaco di Terni, che ha già annunciato la sua candidatura alla presidenza della Regione Umbria, seguendo una proposta del sindaco di Terni Stefano Bandecchi.

La legge elettorale

Le modifiche apportate dalla legge regionale n. 4 del 23 febbraio 2015 al sistema precedente rimangono tutt’oggi in vigore. Il sistema prevede:

  • La coalizione del Presidente eletto riceve un premio di maggioranza pari ai tre quinti dei seggi dell’Assemblea legislativa.
  • Il partito più votato non può ottenere più della metà degli scranni complessivi.
  • Per l’elezione dei venti Consiglieri il sistema elettorale è proporzionale.
  • Non è consentito il voto disgiunto.
  • La soglia di sbarramento è fissata al 4% per le liste e per le coalizioni; all’interno di queste ultime ne è stata fissata una meno restrittiva, pari al 2% per ciascuna delle liste collegate.

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